Che ci fanno un giapponese, un australiano, una argentina e due italiani,con un curandero peruano in una capanna nei dintorni di Urumbamba? Una cerimonia di Ayahuasca, ma è chiaro!!! Che è l'Ayahuasca?? Dicono sia la "madre".
Dopo la discesa dal paradiso machupichano, felici della vita e apparentemente sani siamo scesi dall'auto alla stazione di Urumbamba, abbiamo salutato i compagni di viaggio israeliane comprese, abbiamo detto arrivederci al giapponese Taka, che aveva accettato il nostro invito per la cermionia del giorno dopo e ci siamo andati a cercare una stanza. Dopo ferrea quanto impietosa trattativa con l'oste abbiamo strappato una super stanza con 2 letti più un materasso aggiunto, TV via cavo, doccia iperfunzionante e una massaggiatrice thai nel cassetto del (mio) comodino a un prezzo dignitisossimo. Poi una cena leggera, stavolta per davvero e senza trattare il prezzo e a letto dritti dritti per recuperare le fatiche del turismo convenzionale e ricaricare le pile in vista del grande giorno, della cerimonia con "LO" shamano. Richard Rodriguez. Alcuni penseranno, "Ale, ce lo siamo giocato, era un bravo ragazzo". Niente di più falso, tranquilli. Sono in perfetta forma, fisica e mentale, la mia stella mi segue e l'angelo custode pure. Ho fiducia, ma tranquillo non ci sto mai, perchè "tranquillo" sta a Sollicciano (noto carcere fiorentino) con "scioltezza", e inoltre gli trombano pure impietosamente la moglie che ha lasciato a casa.
Detto questo, che chi non appartiene alla meravigliosa terra toscana faticherà a capire, torniamo a parlare della cerimonia che unì il mondo, 4 continenti in un vortice di energia positiva che come altre volte, finita una cerimonia, lascia i partecipanti con un sorriso e una distenzione emozionale che nessun psicofarmaco, nessun psicologo, nessun goal di Gabriel Batistuta abbia mai potuto produrre. A volte, i dribbling di Edmundo, quelli si che aprivano il cielo ma non rifacciamo, come diceva Vasco, un letto ormai disfatto.
Insomma, esperienze, esperienze, esperienze...che ti viene voglia di dire "tutti dovrebbero fare". Sempre che "tutti" siano pronti, sempre che la chiamata dell'istinto sia abbastanza forte da farti fare 10.000 km in cerca di qualcosa che non sai neanche tu che cosa è. E che neanche una volta incontrata puoi riuscire realmente a capire o a spiegare. Ma hai delle idee, che gelosamente custodisci. Dice il curandero che sono come pezzi di un mosaico, e solo il tempo lo può comporre. E l'Ayahuasca. Dice che per arrivare alla saggezza, per non essere schiacciati dalla conoscenza, bisogna radicarsi bene nel mondo presente, quello fisico che ci è dato di vivere. Che se una pianta vuole raggiungere il sole lottando nella selva per la sua sopravvivenza deve avere un fusto forte e delle radici poderose. Vedremo se come diceva il mitico Verdone nell'altrettanto mitico Gallo Cedrone anche a noi sarà dato il privilegio, come il Feroci, di vedere "a luce...". Intanto preoccupiamoci di vivere. E di cercare.
Detto questo, che chi non appartiene alla meravigliosa terra toscana faticherà a capire, torniamo a parlare della cerimonia che unì il mondo, 4 continenti in un vortice di energia positiva che come altre volte, finita una cerimonia, lascia i partecipanti con un sorriso e una distenzione emozionale che nessun psicofarmaco, nessun psicologo, nessun goal di Gabriel Batistuta abbia mai potuto produrre. A volte, i dribbling di Edmundo, quelli si che aprivano il cielo ma non rifacciamo, come diceva Vasco, un letto ormai disfatto.
Insomma, esperienze, esperienze, esperienze...che ti viene voglia di dire "tutti dovrebbero fare". Sempre che "tutti" siano pronti, sempre che la chiamata dell'istinto sia abbastanza forte da farti fare 10.000 km in cerca di qualcosa che non sai neanche tu che cosa è. E che neanche una volta incontrata puoi riuscire realmente a capire o a spiegare. Ma hai delle idee, che gelosamente custodisci. Dice il curandero che sono come pezzi di un mosaico, e solo il tempo lo può comporre. E l'Ayahuasca. Dice che per arrivare alla saggezza, per non essere schiacciati dalla conoscenza, bisogna radicarsi bene nel mondo presente, quello fisico che ci è dato di vivere. Che se una pianta vuole raggiungere il sole lottando nella selva per la sua sopravvivenza deve avere un fusto forte e delle radici poderose. Vedremo se come diceva il mitico Verdone nell'altrettanto mitico Gallo Cedrone anche a noi sarà dato il privilegio, come il Feroci, di vedere "a luce...". Intanto preoccupiamoci di vivere. E di cercare.
http://www.mvanesagarrido.blogspot.com/
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