mercoledì 3 giugno 2009

Vivi, nonostante tutto.

Colazione sull'Orient Express

Dopo una notte a Oruro nel peggiore degli hotel con materasso concavo e gelo polare abbiamo preso il pittoresco treno boliviano, in direzione sud, verso Uyuni. Partenza alle 15.30 e arrivo alle 22.30 in perfetto orario. Sbarcati alla stazione di Uyuni una simpatica mamacha vestita di giallo ci ha convinti in 3 secondi della bontà della sua offerta. La nostra filosofia del "tanto son tutti uguali" mista a una buona dose di pigrizia ci ha fatto accettare al volo il pacchetto 3 giorni 2 notti tutto incluso al meraviglioso prezzo di 55 euri nel Salar di Uyuni+Deserto+Gaiser+visita lampo a un numero imprecisato di lagune colorate e non con autista scoreggione incluso: il mitico Ever, 23 anni, ormai soprannominato Gaiser.
Il tour massacrante è partito da Uyuni il sabato mattina. Il bancomat era fuori uso, quindi la mamacha in giallo si è dovuta accontentare di un acconto perchè Nicola il previdente non aveva soldi. La jeep Toyota Land Cruiser con 4 gomme del '73 lasciava un pò a desiderare ma l'equipaggio era dei migliori, con 2 francesi da cartone animato, Pascal&Sebastian, impegnati da 9 mesi nel giro del mondo e una coppia di danesi 20enni, Louise e Mads. Il tour consisteva nel passare una quantità di ore imprecisate nella jeep, con Ever che aveva colpi di sonno mentre guidava nel Salar. Quando scendevamo, Gaiser ci ordinava di fare foto, ci dava 10 minuti di tempo e si allontanava un pò, presumibilmente per scoreggiare. La prima notte abbiamo dormito in un simpatico hotel di sale, la seconda in una sperduta pensione con temperatura sottozero a più di 4000 metri. Il menù della seconda notte, che includeva tra l'altro un piatto di spaghetti accettabili, ha prodotto delle reazioni chimiche intestinali uniche nel nostro autista rendendo il secondo giorno ancor più asfissiante.
Tornati a Uyuni con una paresi articolare abbiamo dovuto affrontare lo "sciopero generale indefinito" che ci era stato annunicato già dal sabato. Mentre ci avvicinavamo al paese ascoltavamo alla radio le minacce del comitato degli scioperanti che prometteva espellere dalla città le imprese di trasporto che non avessero rispettato l'ordine di incrociare le braccia. Nonostante fossimo d'accordo con tutte le rivendicazioni che avevano prodotto la sollevazione popolare il giramento di coglioni era sommo. Arrivati, abbiamo iniziato ad indagare le possibilità di lasciare Uyuni. La città era piena di stranieri confusi e un pò incazzati, soprattutto quelli che erano arrivati a Uyuni per andare a vedere il Salar e che si ritrovavano nell'impossibilità di fare il tour ma anche di lasciare la città. Benvenuti in Bolivia. L'insistenza di Nicola (io mi ero abbandonato al destino) ci ha permesso di contrattare una jeep al prezzo di 160 euri da dividere in 6. Tutto si è svolto in un clima surreale, cercando di fare tutto di nascosto in modo che nessuno delle spie degli scioperanti capisse che stavamo partendo per Potosì cercando di evitare i blocchi dei manifestanti inferociti. Siamo dovuti salire sulla jeep uno alla volta, una volta saliti a bordo della jeep, ognuno con i suoi zaini sulle ginocchia per non dare nell'occhio (se li mettevamo sopra eravamo troppo riconoscibili), l'autista si è addentrato a fari spenti nella steppa boliviana. Io mi ero già visto morto di sette disperso nell'altipiano. Ogni tanto l'autista, che era assistito dalla moglie e dal cognato, scendeva e scrutava l'orizzonte per orientarsi. Io mi stavo cagando addosso e mi era passato il sonno la sete e la fame, mentre un panico strisciante si impadroniva dei miei pensieri. Dopo 3 ore vagando in mezzo a fossi e cespugli, schivando lama e vigogna, mentre l'autista con il suo ottimismo incrollabile disegnava traettorie discutibili nel deserto in cerca della giusta direzione, abbiamo raggiunto la strada per Potosì. Alle 4 di mattina stavamo nella città dei minatori in cerca di un hotel che ci permettesse di recuperare dallo shock della notte avventurosa e dei 3 giorni respirando le flatulenze di Ever.

Mitico Ever

Lavoratori del Salar

El Arbol de Piedra

La fuga

2 commenti:

  1. Molto interessante il tuo blog.Anche difficle da capire per chi non è stato dentro le tue avventure. Fai ancora altri buoni viaggi. ciao. rosa da palermo, madre di costanza.ciao, alessandro

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  2. Ciao Rosa! in effetti è un blog caotico..come fu il mio viaggio...con momenti interessanti e altri meno...ti ringrazio e cercherò di fare più viaggi possibile!! saluta costanza! :)

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