Mentre cammino verso il Museo Afro-Antillano di Panama passo accanto a una inquietante pubblicità della Claro, compagnia di telefonia cellulare, con un bambino anoressico di classe media con un sorrise ebete e un ciuffo odioso che ostenta il suo "primo cellulare". Non posso far altro che pensare che in America Latina e Caribe ben 8.8 milioni di bambini soffrono di denutrizione cronica. Mi immagino la faccia sorridente di un bambino indio, o nero, finalmente sazio, con un sorriso genuino e sincero che davanti a un piatto finemente ripulito ostenta la sua felicità, e rutta. Per il primo piatto completo della sua vità che, come si sa, è fatta di priorità. La priorità della Claro, come di tutto il sistema di marketing mondiale è convincere i bambini a rompere il cazzo ai genitori fino allo sfinimento perchè comprino tutto l'inutile possibile che la mente di un bambino non è assolutamente in grado di discernere. Mentre all'adulto resta ancora un pò di capacità di giudizio, al meno la capacità di leggere il suo estratto conto sotto zero, il bambino sa una sega lui, e tira la gonna e si attacca ai pantaloni, e piange, si dispera, minaccia il suicidio, la fuga, è diabolico e ormai perverso perchè vuole il cellulare della nokia e gli occhiali di dolce&gabanna (linea Kids). Il genitore invece di dare uno schiaffone al figlio e di mandarlo a letto, sentendosi un fallito sempre per colpa della pubblicità che gli chiede di essere un genitore fico con un ciuffo holliwoddiano tipo quello di Matteo Renzi, accende l'ennesimo prestito al 27% con Prestitò o Credial e si porta a casa una settimana di silenzio del pargolo, il quale presto o tardi ricomincerà, chiedendogli magari di comprarsi la Rav4 perchè se no è un papà di merda, uno sfigato, un fallito e pure un idiota, mica come il babbo di Antonhy, tanto per citare uno dei tanti nomi del cazzo che le famiglie di oggi danno ai figli (e che sono di per se stessi delle condanne scritte per il figlio a essere un grandisimo scassacazzi nell'infanzia, un inetto pilota di minicar odiose nella pubertà e un cocainomane viziato nella fase adulta). Dopo questo veloce pensiero, arrivo al Museo e lo trovo chiuso per pausa pranzo, quindi mi precipito a mangiare pure io, nella splendida bettola in centro dove per 2 dollari mio servono un piatto immenso di carne, lenticchie, riso e pure un caffè, oltre a una fauna multicolore di invisibili parassiti che si impossessano delle mie viscere. Che soddisfazione. Uno dei punti di forza di questi adorabili posti è che non ci troverai mai un bambino odioso con il cellulare e la lacoste, un padre con gli occhiali di armani e il blackberry o una madre con un collier di cartier e un puzzolente profumo di chanel. Terminato il lauto pasto torno verso il museo, busso alla finestra e un paio di splendide signore di colore mi aprono col sorriso. Il museo occupa una vecchia chiesa in legno che rispetta pienamente lo stile New Orleans delle casette della parte vecchia della città. Altri edifici sono in muratura ma hanno sempre un'inconfondibile stile coloniale. Tutto trasuda una allegra decadenza. Sembra un pò la Havana (come se ci fossi stato), solo che per la strada invece dei FIAT 131 ci sono macchine un pò più moderne. Oltre ai FIAT 131, s'intende, e il presidente non è un barbudo 80enne ma un miliardario di discendenza italiana che ha promesso mari&monti (ricorda un pò qualcuno). Il museo è piccolo, ma carino. Nella visità vengo guidato da Marcia, la Principessa Congo di Panama perchè Panama è un mix indescrivibile di colori. Gli afro-coloniali, a cui appartiene la signora, sono coloro giunti sull'istmo con le prime ondate colonizzatrici spagnole, sopratutto dal Congo, arrivati direttamente dall'Africa come schiavi occupano queste terre da 5 secoli e si sono integrati linguisticamente e culturalmente con la realtà panameña, contribuendo a crearla. E sono piuttosto orgogliosi di tutto ciò. Le altre comunità afro, invece, sono arrivate a Panama con l'ondata di mano d'opera piovuta durante i lavori di costruzione del Canale Francese prima e del Canale Americano poi. Sono gli afro-caribeños, giunti dalle isole caraibiche di lingua francese e inglese che hanno contribuito anche se in maniera diversa dagli afro-coloniali, allo sviluppo della multiculturalità panameña. Sono gli ultimi arrivati, ed erano la vera carne da cannone del canale, sfruttati e malpagati allo stesso modo dei congos e dei bianchi europei (fra cui un migliaio di italiani, greci, irlandesi...tutta la crema, insomma). Questi emigrati erano inoltre vittima di discriminazione sul lavoro, ricevevano infatti il "silver roll", che a differenza del "golden roll" (il quale spettava solo ai lavoratori bianchi statunitensi) consisteva nella metà della paga in moneta locale (invece che in oro) e di una serie infinita di svantaggi. Degli 80.000 lavoratori transitati nella costruzione del Canale ne morirono circa 20.000, la maggioranza afro-caraibici.
Ma il canale va difeso, perche fattura ogni anno circa 750.000.000 di dollari, facendo passare circa 14.000 navi all'anno per un pedaggio medio di 54.000$ cada una e contribuendo alla prosperità del commercio mondiale, che culo no? Quindi, tutte le cose brutte e cattive che riguardano il canale vanno dette fra le righe, o all'arrovescia. Per esempio: il canale inquina l'acqua?? nel museo ci mettiamo una bella sezione sull'importanza dell'acqua come risorsa per il futuro, e il visitante esce dicendo "che brava l'autorità del canale che pensa all'acqua...sticazzi!". Il canale distrugge la biosfera??? tranquilli, nel museo mettiamo una bella sezione che descrive il come eravamo della fauna&flora selvatica della zona del canale, e il turista è sempre più confuso e esclama "anvedi come sono ecologgici quelli dell'autorità del canale...sticazzi!". Un pò come la Shell, che quando voleva smentire quei cattivoni malpensanti che la accusavano di inquinare il mondo, fece una pubblicità su un loro progetto di salvaguardia di una farfallina tanto carina in richio di estinzione. Il progetto di salvaguardia mettiamo costava 50.000$. Trasmettere la pubblicità in tutto il mondo in 10 lingue costava, che so io, 50.000.000 di $. Ma la vita si sa, è fatta di priorità, e il consumatore in questo modo, confuso, sussurava: "sticazzi...", vedendo la farfallina della Shell volteggiare felice nel farfallodromo della Shell, e andava a fare benzina al distributore della Shell anche se era il più caro di tutti e poi giù a tutto gas per la circonvallazione che tanto la farfalla della Shell è sana come un pesce. Insomma, il mondo fa schifo, se no Renzi non sarebbe mai diventato sindaco di una città che qualche anno fa era la perla della cultura del mondo civilizzato, si o no Renzi? Vabbè va, sul canale se ne potrebbero dire di tutti i colori, diciamo che almeno gli statiuniti si sono levati dalle palle restituendo dignità territoriale a un paese che nell'essere "istmo" ha trovato da sempre la sua caratterizzazione nazionale. Come disse il grande Torrijos, a cui il povero Renzi non potrebbe nemmeno scaccolare una narice, "io non voglio entrare nella storia, voglio entrare nella zona del canale!". Noi accontentiamoci della Cittadella Viola e di un sindaco che nel programma elettorale da VOI votato ha scritto, al punto 51: “Il futuro è viola, basta chiacchiere, si decida”. No dico io, son questi gli statisti del domani...good night and good luck!
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