sabato 15 agosto 2009

La Guerra dei Mondi


Fra tette al silicone e tradizioni millennarie, l'America si trova schiacciata nella morza di un progresso che le regala solo malefici. Come dice tristemente Galeano, il progresso é un viaggio con piú naufraghi che naviganti, essendo piú le barché che affondano gravate dagli effetti collaterali dell'occidentalizzazione forzata, di quelle che arrivano in porto scaricando passeggeri sani, salvi e felici. Cartagena, capitale del Mar del Caribe, il mare degli incontri, incontri di culture e scontri di razze, é un pó la capitale di questo fenomeno apparentemente inarrestabile. Al fascino indiscutibile delle vestigia coloniali, che restano di per sé simbolo di disgrazia e sfruttamento, contrappone lo scintillio immancabile dei centri commerciali. E accanto a uno dei piú vecchi e rappresentativi locali di salsa della cittá, Donde Fidel, spunta insinuante l'Hard Rock Café, dalle cui vetrine idiote cameriere emo-vestite invitano il turista e il viaggiatore a dimenticare in che paradiso si trovano per intraprendere il viaggio verso il non-luogo globale della catena occidentale, tentando di distrarre la gente dal pericoloso e ispiratore fascino prodotto dalle meraviglie della cittá. E poi tette. Tette, tette, tette. Nell'ossessione latina di importazione statunitense per la chirurgia estetica, che ormai molti dimenticano essere una "chirurgia" con tutti i rischi del caso, riposa latente il germe della dominazione machista, della mentalitá maschilista e violenta che molte donne inconsapevolmente accettano ogni volta che permettono a un chirurgo sciagurato di aprirle per riempire di silicone i vuoti dell'anima, mentro l'uomo che continua a essere brutto sfoggia fiero la sua bambola prorompente per le strade della cittá. E ogni volta che una bambina di 18 anni si fa regalare le tette nuove per celebrare la sua maggiore etá e una suppostá "maturitá", ogni volta che genitori venduti accettano questa perversione sottoscrivendola e legittimandola agli occhi della figlia e della societá intera, il virus di un capitalismo corrosivo perché stupido e privo di senso vitale si diffonde a macchia d'olio, insudicia le menti e sporca le coscienze. Cosí nascono i consumatori di tette come di McDonald, di prostituzione come di droga, di occhiali Dolce&Gabbana come di realities insulsi, soporiferi ed idioti. E non é un caso, secondo la mia modestissima opinione, che il fronte di questa guerra sia proprio in America Latina. Perché qua ancora vive una saggezza ancestrale che é il nemico ultimo dei distruttori del mondo. La loro ultima frontiera. E' la guerra all'indio, ai suoi riti e costumi, alle sue credenze e infine, alle sue piante. E' la guerra dichiarata da secoli alla foresta amazzonica, che oltre a proporzionare caucciú e legna prima, petrolio e farmaci poi, offre da migliaia di anni attraverso le sue piante una finestra verso la redenzione e una ultima difficile opportunitá di cambiamento. E il numero sempre crescente di "gringos", stranieri di ogni sorta che senza neanche parlare spagnolo e senza sapere a cossa si confrontano accettano questa opportunitá lo testimonia.
Il malessere c'é, questo é fuori discussione. Per alcuni ormai non c'é piú cura possibile, troppo sprofondati in false comoditá e schiacciati da falsi doveri. Ormai migliaia di persone si fanno incatenare giornalmente al giogo soffocante del credito, unica risorsa possibile per alimentare uno status insostenibile attraverso il solo magro stipendio. Inseriti come tasselli di un mosaico nella struttura falsa della societá occidentale, fatta di regole suppostamente infrangibili, si ritrovano, piú che fisicamente, mentalmente intrappolati perché schiavi di convinzioni false, assolutamente parziali e soggettive.
Nel viaggio ho incontrato un trader quotatissimo, 26 anni, che stanco di vedere scorrere numeri sullo schermo di un computer per 12 ore al giorno nel nome di qualcosa che ormai neache lui sapeva cos'éra, si é licenziato e se n'é andato a fare il giro del mondo. Per un anno vedrá scorrere il mondo davanti ai suoi occhi. Qualcuno astutamente commentó: "Si vede che aveva i quattrini per farlo". Questo qualcuno sicuramente ha un'auto o una barca che vale 2 o 3 anni di viaggio in giro per il mondo, certo non mangiando caviale in compagnia di escorts d'alto bordo. Ad altri invece, rimasti in silenzio, brilleranno gli occhi nell'immaginare una tale rivoluzione. Il pensiero volerá in mille luoghi sconosciuti e lontani, assaporeranno cibi e odori diversi. Strani suoni, abiti sgargianti. Cieli diversi. Sorrisi genuini. Risvegliandosi bruscamente davanti al monitor affollato di numeri, immersi nell'orgiastico chiasso dell'abbuffata capitalista rivestiranno i panni del cittadino. Per questi ultimi, nonostante tutto, c'é ancora speranza

2 commenti:

  1. E' un pò che ti seguo... mi piace come scrivi e quello che scrivi... continua così!
    Ivan... "amico" di Filippo Dattola...

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